Contro di te, o mondo immondo io devo protestare!
a cura di Giorgia Salerno con Gruppo Nanou
È con queste parole che san Pier Damiani apre la sua biografia di Romualdo, il santo ravennate fondatore della congregazione camaldolese protagonista del celebre dipinto realizzato dal Guercino e conservato al Museo d’Arte della città di Ravenna. La protesta di san Pier Damiani è rivolta alla società del X secolo e alla Chiesa del tempo, da lui considerate prive di virtù e guidate da «superbi che s’innalzano arrogantemente per la loro vana eloquenza o per la loro filosofia vuota». Una condanna alla faciloneria e alla dissolutezza alle quali Pier Damiani contrappone la sapienza monastica di Romualdo, assunto come modello ideale per una riforma generale della società ecclesiastica e civile. La vita del santo assume così il valore di un ammonimento, di esaltazione di virtù ed esortazione al cambiamento. Guercino si sofferma sull’immagine di Romualdo in estasi. Accanto a lui il diavolo, ritratto con le fattezze di un uomo dai tratti mostruosi, dal colorito rossastro e con piedi e mani dai lunghi artigli, contrastato da un angelo intento a fustigarlo con una verga. È la rappresentazione del “mondo immondo” in cui l’umanità insolente si scontra con la perfezione e la virtù divina. Luce e oscurità sono in perenne lotta in una danza avvolgente in cui, in modo alternato, una prende il sopravvento sull’altra.
È su questa immagine che si svolge l’azione corporea di gruppo nanou, introdotta dalla narrazione della conservatrice del museo. Un’installazione coreografica in cui i danzatori si muovono tra le immagini scomposte del dipinto, riprodotte in modo seriale attraverso monitor e stampe, e distribuite su tutta l’area espositiva del museo nella quale si trova l’opera, così indagata e amplificata. I frammenti e i dettagli si ricompongono attraverso una visione complessiva animata dai corpi mossi dalle forze contrastanti del dipinto.
La pala d’altare con san Romualdo venne commissionata a Guercino per il monastero di Classe a Ravenna. Fu realizzata nel 1642 ed esposta presso la chiesa abbaziale dedicata allo stesso santo insieme alle opere di Carlo Cignani, San Benedetto, e Marcantonio Franceschini, I santi Bartolomeo e Severo in gloria. Il gruppo con le tre pale d’altare è stato ricostituito ed esposto presso il Museo d’Arte della città di Ravenna.