INAUGURAZIONE: SABATO 19 MARZO 2005
ENTE ORGANIZZATORE: Museo d’Arte della città di Ravenna
Il Museo d’Arte della città di Ravenna presenta negli spazi espostivi della Loggetta Lombardesca e di Santa Maria delle Croci un inedito allestimento di opere di Mimmo Paladino: l’ampio e articolato percorso di mostra si propone di documentare gli esiti del lavoro dedicato ai progetti scenografici di uno dei massimi interpreti dell’arte contemporanea. Negli spazi del Museo saranno ospitate opere che raccontano i risultati dell’incontro tra teatro e artista figurativo in una incessante riflessione sulla parola, la musica e lo spazio, a testimonianza della continua sperimentazione tra diverse forme espressive.
Esponente della Transavanguardia, Mimmo Paladino ha senz’altro interpretato al massimo le caratteristiche di eclettismo e nomadismo intellettuale codificate da Achille Bonito Oliva negli anni ‘80. La produzione di Paladino si avvale infatti di un vasto immaginario che attinge a diverse epoche e diversi stili, privilegiando l’attraversamento e l’esplorazione di un repertorio riferito in modo particolare alla tradizione primitivistica. Il gesto artistico di Paladino si muove con disinvoltura nel territorio della pittura così come in quello della scultura e della grafica, tecniche diverse che egli riesce a fondere magnificamente nei suoi progetti scenografici.
L’arte di Paladino si oppone, per dichiarazione dell’artista, ad ogni interpretazione simbolica, ad ogni ricerca di senso “ulteriore”, ad ogni lettura narrativa, ponendosi piuttosto come dialogo costante tra immagine e linguaggio, un dialogo scevro da artifici retorici o linguistici, che preferisce ricorrere ad elementi archetipici carichi di potere evocativo.
La prima occasione di confronto con il teatro si offre a Paladino nell’allestimento de La sposa di Messina di Schiller per la regia di Elio De Capitani, per questa occasione l’artista realizza una grande montagna di sale, alle pendici della quale si svolge la maggior parte del dramma, mettendo in scena la compenetrazione tra scultura e testo teatrale.
Spesso Paladino suggerisce una visione sincronica della storia, una sovrapposizione di culture in un dialogo fatto di continui rimandi fra passato e presente che portano alla creazione di un linguaggio unico, i cui segni si aspettano di essere decifrati e compresi. Uno dei risultati di questo dialogare Paladino lo raggiunge nel progetto dell’Hortus Conclusus di Benevento: un enorme cavallo di bronzo con una maschera dorata sul volto si erge sul muro di cinta di questo giardino accessibile da un portone largo nove metri nel centro della cittadina campana. Nel corso dei lavori dell’Hortus Conclusus nasce Veglia, presentata nel corso del Festival Teatrale di Benevento per la regia di M. Martone. L’occasione della personale di Mimmo Paladino a Palazzo Reale a Napoli nel 1995, contestualmente alla nuova realizzazione della Montagna di sale in Piazza Plebiscito, offrono a Enzo Moscato lo spunto per coinvolgere Paladino nel progetto di Co’Stell’Azioni: sulla scena gli attori si muovono tra catini di zinco, elmi e ombrelli in ferro mani e teste di gesso che emergono dal suolo in nicchie in muratura. Centrale nel percorso di Paladino è il lavoro che progetta per Sull’ordine e disordine dell’ex Macello pubblico testo e regia di Enzo Moscato, che viene riproposto nella suggestiva cornice di Santa Maria delle Croci, spazio che consente di riporre l’allestimento originario per Palazzo Fuga di Napoli che lo ha ospitato nel 2001. Il testo di Moscato racconta attraverso sovrapposizioni di voci, urla, lamenti e pianti la solitudine dei condannati a morte a partire dalla rivoluzione francese fino allo sterminio del popolo ebreo in epoca nazista. Le 350 teste in ottone realizzate da Paladino diventano un elemento essenziale, pendono dal soffitto invadendo lo spazio destinato sia ad attori che spettatori. Una “invasione” che si perfeziona nell’allestimento dell’Edipo Re per la regia di Mario Martone (per il Teatro Argentina di Roma nel 2000) quando, in accordo con il regista, decide di occupare con elementi scenografici tutto lo spazio teatrale: nascono quindi carri in ferro, lignee porte tebane, maschere ed elmi che portano lo spettatore dentro la scena, fornendogli in ogni istante nuovi segni da decifrare.
Presenti in mostra sono anche le 202 tavole che illustrano l’Iliade e l’Odissea frutto di tre anni di lavoro in cui Paladino tramite acquerelli, incisioni e disegni rappresenta brani delle due opere. La pubblicazione che ne segue offre a Paladino lo spunto per pensare ad un allestimento teatrale in grado di mostrare al pubblico, insieme alla lettura dei testi, la proiezione delle immagini, oggi riproposte con la registrazione della voce recitante dell’attore- regista Toni Servillo prestata per l’occasione. La collaborazione con Mario Martone si ripete con l’allestimento dell’Edipo a Colono per il Teatro India a Roma, una collaborazione che gli vale il premio UBU per la scenografia nel 2004.
Completano il percorso espositivo gli undici ritratti diDrammaturghi, olii su tavola realizzati appositamente in occasione della mostra, ulteriore omaggio al teatro classico e contemporaneo ed ai suoi protagonisti.
In occasione della mostra è stato prodotto dal MAR con il sostegno di Unicredit Banca un film dedicato al ciclo deiDrammaturghi per la regia di Pappi Corsicato, con Remo Girone; durante il periodo della mostra Mimmo Paladino in Scena è allestita una esposizione di ceramiche di Paladino presso la sede della Banca di Romagna, in piazza del Popolo 22, Ravenna.
Il catalogo, pubblicato da Silvana editoriale, contiene una ricca documentazione iconografica, i testi critici di Claudio Spadoni, Goffredo Fofi e Franco Quadri, apparati scenografici e biobibliografici.
Curatore: Claudio Spadoni